giovedì 20 giugno 2019

"Lontano da casa" di Pinar Selek-RECENSIONE

Titolo: Lontano da casa
Autrice: Pinar Selek
Pagine: 80
Casa editrice: Fandango editore
Il voto che gli ho dato: ⭑⭑⭑⭑
Trama: Lontano da casa narra il dolore dell’esilio involontario e, al di là, la speranza e il co- raggio di una donna libera che fa sue le parole di Virginia Woolf: “Come donna, non ho paese. Come donna il mio paese è il mondo intero”.
Pinar Selek si è esercitata sin dall’infan- zia a respingere le pareti degli spazi, reali o immaginari, nei quali ha vissuto. Tinto da mille sfumature poetiche il suo raccon- to esplora le tensioni tra la nostalgia per il passato e l’attrazione per l’altrove. Evoca la familiarità rassicurante della lingua e delle cose con le quali si è cresciuti, l’audacia che spinge ad avventurarsi sempre più lontano, e lo sgomento di fronte all’ignoto, dopo lo strappo brutale dagli esseri e dai luoghi. La bellezza degli incontri, anche, e il pia- cere di tessere legami nei margini immen- si che si prendono gioco delle frontiere. “Se mi domandano come sto, rispondo che re- sisto, che ho imparato a giocare con questi venti che all’inizio mi hanno depistata. Ma che non posso avviarmi verso il luogo di cui parlo, il paese che mi manca.”
Vittima di un processo senza fine, che è in sé una forma di tortura, ancora oggi Pinar Selek rischia una condanna all’ergastolo. 

Recensione:
Salve lettori, oggi parliamo di una lettura che ho intrapreso in questi giorni e che ho amato. Sto parlando,come avrete già potuto intuire, di "Lontano da casa" di Pinar Selek edito da Fandango Editore. Nonostante sia molto breve il libro riesce a trasmetterti un sacco di emozioni insieme e durante la lettura ti sorge spontanea una domanda :"E' possibile che adesso succedano ancora queste ingiustizie?".

Pinar Selek è stata accusata di un reato che non ha mai compiuto, è stata poi incarcerata per due anni,  e mezzo e lì torturata, dopo essere stata scagionata mette fine allo sciopero della fame, che lei stessa aveva iniziato, infine è stata condannata all'esilio. Ma lei dopo vent'anni di procedimenti penali sta ancora aspettando il giudizio finale per sapere se la condanneranno all'ergastolo oppure no. 
Questo libro narra il dolore di star lontana dalla sua casa che improvvisamente le è stata sottratta. La sua casa le era stata proibita, quindi non è stata separata solo dalla sua casa, ma anche da se stessa. 
Da questo esilio involontario l'autrice riflette sul fatto che non avrebbe mai imparato tutto se fosse rimasta lì, perdendo le sue abitudini, i simboli e i legami che le davano un senso di sicurezza. 

"Io non volevo restare intrappolata nella nostalgia di un passato che si faceva di giorno in giorno sempre più sfasato rispetto alla mia nuova realtà"

L'autrice si domanda anche se anche le donne non sono forse frequentemente in esilio, persino dentro la propria casa. A proposito di questa riflessione Pinar Selek fin da piccola si è ritrovata negli ideali del femminismo, si era ritrovata a non voler essere confinata in casa costantemente o a portar i propri figli al parco, no, lei voleva essere uno spirito libero e vivere, magari, a tratti da vagabonda o forse tenere compagnia ai senza tetto. Pinar Selek è anche confondatrice dell'associazione femminista, antinazionalista e antimilitarista Amargi.
Istanbul continuava a scorrere dentro di lei perchè lei anche se lontana sentiva che una parte di lei era lì ancora in quelle strade. 
Dopo aver viaggiato in molti luoghi, dopo essere stata esiliata, va in Francia ed è lì che trova i suoi punti di riferimento, trovando persone che avevano i suoi stessi ideali, che si ponevano uguali domande e che proprio come lei lottavano per differenti cause. Alla fine come dice l'autrice l'acqua scorre e trova sempre il suo cammino. 
L'autrice in una lettera a fine libro ci descrive la spaventosa realtà dei fatti dicendoci che ormai in Turchia regna la paura, che è sempre stata presente, basti solo vedere il suo processo a causa proprio del sistema repressivo che è presente. Si vive ormai in un contesto di guerra perenne, moltissimi suoi amici e avvocati ora sono in carcere, altri come lei in esilio, mentre una piccolissima parte resiste lì, nonostante le mille difficoltà e atrocità che accadono ogni giorno. 
La sua storia ci fa capire che la libertà di esprimere le proprie opinioni sia delicata e frangibile ma assolutamente essenziale e necessaria. 
Questa realtà che vi ho descritto va avanti per lei dal 1998 e ancora oggi Pinar Selek non sa se verrà condannata all'ergastolo per un reato che non ha commesso. 
Vi consiglio caldamente questo libro,che cerca di aprire gli occhi su una storia, che io ho conosciuto leggendo, ma soprattutto per leggere la grande lotta di questa donna. 
Vi ricordo che questo libro esce oggi in tutte le librerie e store online!
A presto,
Ilaria. 


2 commenti:

  1. Studiando giurisprudenza spesso studio di ipotesi del genere di carcerazioni ingiuste. é assurdo che ancora succedano queste cose!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. eh lo so, è davvero ingiusto, mi fanno innervosire ed arrabbiare molto queste situazioni. L'importante quindi è parlarne il più possibile

      Elimina