venerdì 26 maggio 2017

"Chi sta male non lo dice" di Antonio Dikele Distefano-RECENSIONE



Titolo: Chi sta male non lo dice
Autore: Antonio Dikele Distefano
Pagine:162
Prezzo:12€ ( Compra  QUI )
Il voto che gli ho dato:★★★★★



Trama:Questa è la storia di Yannick e Ifem, la storia di due ragazzi. Di mancanze, assenze, abbandoni, di come è difficile credere nella vita quando questa ti toglie più di quanto ti dà. Una storia iniziata in un quartiere dove a cadere a pezzi sono le persone prive di impalcature, schiave delle condizioni economiche al punto di attaccarsi al lavoro rinunciando così alla vita. Dove chi non ci riesce beve fino ad annullarsi e alza le mani sui figli e sulle mogli dietro imposte serrate. Dove la gente sa e non fa nulla. Perché addosso tutti hanno l'odore dei poveri e le scarpe consumate di chi è abituato a frenare in bici coi talloni. Una storia di sogni infranti che i figli ereditano dai genitori, partiti dall'Africa per "na Poto", l'Europa, senza sapere che questo paese non è pronto ai loro tratti del viso né preparato a sostenere le loro ambizioni. Basta avere la pelle un po' più scura per essere preso di mira, il taglio degli occhi diverso per sentirsi intruso, un cognome con troppe consonanti per sentirsi gli sguardi addosso. In questa desolazione, Ifem prova a colmare il vuoto che la mangia da dentro con l'amore. Quello per Yannick. Un ragazzo che sembra inarrestabile. "Ifem, non ci fermeremo finché non capiranno che non siamo neri che si sentono italiani, ma italiani neri" le ripete continuamente. Ma pian piano quell'amore, come tutto attorno a lei, svanisce. Ne rimane solo un'ombra sottile nelle linee immaginarie che lei traccia sulle labbra di lui mentre dorme. Uno dei pochi momenti in cui Yannick sembra quieto. Perché a fermare la sua corsa è la cocaina. Iniziata per noia, quasi per caso, perché lui è cresciuto in un quartiere popolare dove tutti almeno una volta hanno provato, anche i preti. E perché per un attimo la polvere bianca riempie qualsiasi vuoto - ti fa sentire come avessi dentro tutto il ferro della torre Eiffel -, ma poi si porta via tutto. "Chi sta male non lo dice" non è però solo un pugno nello stomaco, è soprattutto la storia di come i fiori spuntano anche nel cemento. Di come c'è sempre un modo per salvarsi, l'importante è non rinunciare, non smettere mai di amare la vita.

Recensione:
Salve lettori,oggi sono qui per parlarvi del libro "Chi sta male non lo dice" di Antonio Dikele Distefano che ho preso al Salone del libro di Torino l'altra settimana e che mi ha fatto riflettere molto su i vari temi presenti all'interno del romanzo.
Ho preso questo libro totalmente ignara della trama,in realtà sapevo a grandi linee che raccontava dell'immigrazione qui in Italia,quindi dato che leggo quasi sempre libri di autori stranieri ho voluto addentrarmi nei romanzi scritti qui in Italia. E ho fatto bene perché credo sia uno dei miei libri preferiti letti finora.
I protagonisti sono Ifem e Yannick,dove nella prima parte viene spiegata,attraverso i pensieri di Ifem,la loro storia d'amore che nonostante sia piena di sacrifici e problemi,magari anche solo dal fatto che Yannick è un tossicodipendente perchè ormai il suo unico rifugio è la droga.


Mi hanno sempre rimproverato qualcosa e io allora provavo a scendere a compromessi con me stesso limitando i lati di me che potevano risultare fastidiosi. Ma era inutile perché ogni volta ne trovavano altri. Ho capito poi, dopo tanti tentativi, che non dovevo per forza cambiare me stesso, che sarei stato più felice se mi fossi scelto un po’ di più, ogni tanto.”  
Ifem spererà fino alla fine di poterlo cambiare con il loro rapporto ma indovinate?E' già una battaglia persa in partenza.
Ifem è sempre stata male,anche,a causa della sua famiglia ormai distrutta,ma nessuno le chiede,nessuno la sostiene,perchè chi sta male non lo dice.
Ifem molte volte spiega al lettore che non è lei che ha scelto il colore della sua pelle,anche perchè non per questo è diversa dalla società,la cosa è ben diversa è stato insegnato agli altri a chiamarli in questo modo e ciò avviene senza alcun rispetto per la persona che si ha davanti,solamente perchè ha un colore diverso dalla pelle propria,per far cambiare a tutti opinione bisognerebbe solamente cercare di ampliare la mente e capire che forse non è il colore della pelle a renderci diversi.
Ritornando a Yannick un giorno non ritornerà più a casa e Ifem resterà da sola senza nessun sostegno,ma la cosa positiva è che lui si reca in un centro di recupero dove proverà a rimettersi in sesto.

"Tu dovevi essere la mia metà e invece ti prendevi tutto,anche quando non c'eri.Dare troppo non è sbagliato,diventa un problema quando non otteniamo in cambio il sostegno per continuare a farlo"

Ma dopo un messaggio di Yannick lei capirà che deve provare a vivere la vita anche lei,provare a godersela a pieno e non cercare di sopravvivere salvando le persone che vogliono affogare.Ma soprattutto va via per dimostrare a sè stessa che lei è presente e che anche se ormai è sola riuscirà a salvarsi anche senza il semplice aiuto di qualcuno.

"Niente cambia se non cambi niente"

Comunque sono veramente felice di aver letto questo libro anche perchè Dikele ci sà proprio fare col le parole,a mio parere ha uno stile di scrittura molto poetico che ti fa perdere tra le righe.
Sono rimasta estasiata da questa sorta di novella perchè nonostante sia corta mi ha trasmesso davvero molte emozioni ma sopratutto a fine lettura sono riuscita a riflettere su ciò che è la realtà.Di come dei pregiudizi rispetto ad una persona che sia diversa debbano influenzare la visione del carattere della persona,la trovo una cosa estremamente ingiusta.In questo mono ormai dovremmo vivere tutti pacificamente perchè è inutile colmare ed accumulare pregiudizi su persone innocenti.
In fine spero che questa recensione vi sia piaciuta e che dopo ciò che ho scritto comprerete il libro,
Buona giornata,
Ilaria.




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