lunedì 19 ottobre 2020

La situazione della donna nel '900- BLOGTOUR "Le diecimila porte di January"

 


Salve lettori, da oggi fino al 2 novembre io ed altre fantastiche ragazze (su Instagram @rosbookshelf, @_perfa.addictedtobooks, @noizez_reads e @debscourtofdreams) approfondiremo e recensiremo tramite un blog tour questa nuova uscita edita Mondadori Oscar Vault: "Le diecimila porte di January" di Alix E. Harrow. Oggi vi farò un approfondimento sulla condizione della donna nel '900 in relazione a quanto detto nel libro e alla nostra protagonista January, le prossime tappe potete trovarle nel banner qui sotto!. Speriamo tutte che seguirete questo nostro viaggio nell'esplorazione di questo romanzo!


Il romanzo è ambientato nei primi anni del '900 negli Stati Uniti, più nello specifico in Vermont. La nostra protagonista è January Scaller, una ragazza estremamente sole che vive a Villa Locke, una prestigiosa dimora del datore di lavoro di suo padre, che vede raramente poiché sempre in viaggio per conto proprio del signor Locke, un nobile collezionista. Quest'uomo così benestante si prende cura di January, dalla sua infanzia fino alla sua adolescenza, proprio per questo la ragazza ha sempre avuto un letto in cui dormire, protetta costantemente dall'aura di potere del signor Locke. Nonostante la protezione che le viene riservata, questa non impedisce alla società del tempo di considerarla come diversa a causa del colore della sua pelle. In quella realtà storica, il suo essere né nera né bianca la porta ad essere emarginata ed esclusa; anche i membri della cricca del signor Locke non sembrano mai considerarla come un essere un umano, ma come una piccola creatura speciale dall'incarnato rossastro che deve mostrare alle persone bianche, come loro, rispetto e obbedienza. 
Una delle scene che più mi ha colpito e che rappresenta la condizione delle donne nere nel '900 americano è stato un momento in cui January è in un vagone del treno, quando un controllore inserisce un cartello con su scritto: "Posti per passeggeri di colore". Ed è lì che January si accorge che senza la protezione di un uomo bianco agiato e senza il confortevole velo di denaro tra lei e il mondo, per la società, le sue leggi e regole, non è altro che una persona diversa e da separare dal resto di essa. Così traspare tutto il razzismo e la condizione della donna in quest'epoca e, nonostante io ne sia consapevole, di fronte a queste ingiustizie mi ha fatto ugualmente riflettere e arrabbiare. 

Queste descrizioni dicono molto su quanto fosse razzista, intollerante e patriarcale (elementi che, purtroppo, sono ancora presenti, a volte anche non in forma lieve, nella nostra comunità, anche se ci sembra di aver acquisito ogni diritto) quella determinata epoca storica. 
Fra fine Ottocento e inizio Novecento incominciano ad attivarsi movimenti per ottenere il diritto di voto, riconoscendo e considerando la donna come una figura capace di decidere senza essere subordinata al padre o al proprio marito. Tuttavia, questi movimenti suffragisti si concentravano più nel rivendicare i diritti di donne di classe agiate e bianche, ignorando la realtà sociale ed economica che le donne nere dovevano affrontare ogni giorno, tra razzismo e segregazione. 
Nel 1918 il Senato degli Stati Uniti d'America approvava il diciannovesimo Emendamento costituzionale che fece ottenere il diritto di voto alle cittadine americane, nonostante questa grande conquista, ciò non allevia le discriminazioni razziali; quelle riguardanti il voto saranno finalmente proibite nel Voting Rights Act del 1965. 

Proprio per ciò che ogni minoranza ha dovuto subire ingiustamente, credo che la nascita del femminismo intersezionale sia fondamentale, poiché esso considera il femminismo, non più come una lotta delle donne bianche, ma una lotta che riconosce che ogni donna abbia caratteristiche diverse da un'altra e che ognuna abbia subito delle discriminazioni per un motivo o in un modo diverso; bisogna incominciare a essere consapevoli del proprio privilegio e usarlo per comprendere, capire e credere alle esperienze di ogni donna. Così da andare avanti insieme verso una società finalmente più paritaria e inclusiva. 

Ritornando a "Le diecimila porte di Januray", sebbene dia uno spaccato più ridotto della condizione delle donne nere nel primo Novecento americano, il lettore può ugualmente comprendere, da determinate situazioni descritte, che una ragazza di colore, come January, se non aveva un uomo bianco di una classe sociale alta che la proteggesse e riparasse dal pregiudizio altrui e se non manteneva un atteggiamento obbediente, tranquillo e servizievole, era completamente emarginata  e divisa dalla società. 
Ho apprezzato questo libro proprio perché mi ha fatto riflettere e, soprattutto, arrabbiare difronte ad una descrizione così vivida e dolorosa di un passato non troppo lontano da noi. 

Già solo per questa esplorazione e quest'approfondimento sulla condizione della donna del Novecento attraverso la nostra protagonista, ve lo consiglio caldamente! 
Vi invito a continuare a seguire il blog tour per scoprire quali altri temi siano trattati all'interno del romanzo. 

A presto,
Ilaria 













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