sabato 6 luglio 2019

"Perchè essere felice quando puoi essere normale?" di Jeanette Winterson

Titolo: Perchè essere felice quando puoi essere normale?
Autrice: Jeanette Winterson
Pagine: 206
Prezzo: 13€ (compra QUI)
Il voto che gli ho dato:⭑⭑⭑⭑,5 
Trama: Nell'autunno del 1975 la sedicenne Jeanette Winterson deve prendere una decisione: rimanere al 200 di Water Street assieme ai genitori adottivi o continuare a vedere la ragazza di cui è innamorata e vivere in una Mini presa in prestito. Sceglie la seconda strada, perché tutto quello che vuole è essere felice. Tenta di spiegarlo alla madre, che però le chiede: "Perché essere felice quando puoi essere normale?". Da questa frase inizia il racconto intimo e personale di un'infanzia trascorsa fra un padre indifferente e una madre che passa le notti sveglia ad ascoltare il Vangelo alla radio, impastando torte e lavorando a maglia. La sua è fin dall'inizio la storia di una lotta per sopravvivere alle prepotenze di questa madre, che trova normale lasciare la figlia fuori dalla porta tutta la notte e sottoporla a esorcismi liberatori. Una lotta per affermare se stessa, la propria omosessualità e l'amore per i libri. Perché questa è anche la storia di un amore infinito per la letteratura, nato per proteggersi e per cercare quell'affetto stabile che in casa sembra mancare irrimediabilmente, un amore che resiste anche quando la madre scopre i libri che Jeanette nasconde e li dà alle fiamme. Con generosità e onestà intellettuale, Jeanette Winterson scava nei propri pensieri e sentimenti di bambina, adolescente e donna, ripercorrendo nel contempo la sua dolorosa ricerca della famiglia naturale. Ne esce un racconto intenso, a tratti tragico ma anche allegro, come sa essere la sua scrittura.

Recensione: 
Salve lettori, oggi vi porto finalmente la recensione di "Perchè essere felice quando puoi essere normale?" di Jeanette Winterson, un'autobiografia che mi ha davvero toccata e segnata lo scorso anno. 

Jeanette Winterson è stata cresciuta durante gli anni Sessanta dalla sua famiglia adottiva, che era molto legata alla chiesa pentecostale. I suoi genitori adottivi sono John e Constance, il primo è taciturno, violento e indifferente, mentre invece la seconda è una donna severa e bigotta, durante quindi la narrazione vediamo come Jeanette non abbia mai ricevuto nessun genere di affetto da parte loro,questo infatti è un tema ricorrente nel libro. 
Un personaggio che ci viene descritto a pieno è quello di Constance, che pagina dopo pagina si rivela una donna fredda, irremovibile ad ogni proposta della figlia e ancorata alle sue idee arcaiche, soprattutto legate alle religione,infatti credeva quasi in modo apocalittico in dio; era anche una donna che odiava la fisicità, proprio per questo non si azzarda neanche a mostrare affetto alla figlia e ne evita ogni contatto fisico. 

"Pensavo che potessimo andare ovunque. Pensavo che potessimo essere mappa e mondo, strada e bussola. Pensavo che ciascuna di noi due fosse tutto il mondo per l'altra. Pensavo...
Non eravamo amanti,eravamo l'amore"

Durante la sua adolescenza viene cacciata fuori di casa, dopo che la madre, che la riteneva che dentro di lei ci fosse il diavolo, ha provato a farla esorcizzare per liberarla da un atto che l'avrebbe fatta finire all'inferno: l'essere omosessuale. Il titolo di questa autobiografia viene detto proprio
 dalla madre : "Perchè essere felice quando puoi essere normale?",una domanda che per tutti voi sembrerà assurda, insomma screditare l'amore che prova tua figlia per un'altra persona, purtroppo però nel mondo, nella stessa Italia questo genere di frase è ricorrente dopo aver fatto coming out. Alla fine Jeanette Winterson all'interno del libro dichiara di essere tranquilla riguardo alla figura opprimente e severa di Constance, che alla fine era solo vittima di se stessa. 
Quindi la piccola Jeanette tra una madre fredda e ottusa e un padre violento e spesso indifferente trova rifugio nella lettura, che la aiuta a colmare la mancanza di ciò che non ha mai avuto. Mi sono davvero piaciute tanto le riflessioni sulla scrittura, che l'ha salvata e le ha dato una possibilità nella vita, con questa infatti è riuscita a riscattarsi. E' molto affascinante l'amore che prova per la scrittura e la parola, con cui è riuscita a superare l'abbandono e delusioni d'amore, ma è anche riuscita ad accettare se stessa, è riuscita a guardarsi allo specchio e ad essere fiera di ciò che è sempre stata. 

“Quando scriviamo offriamo una storia e un silenzio. Le parole sono la parte del silenzio che può essere espressa.”

Infatti quando la sua fidanzata Deborah la lascia, Jeanette pensa che sia impossibile che qualcuno la accetti e che la possa amare incondizionatamente. Quando incontra Susie, che sarà la sua nuova amante, capisce che per riuscire ad amare deve smetterla di pensare di essere sempre quella sbagliata. Susie la convincerà a trovare se stessa e i suoi veri genitori, così da scoprire le sue origini e la sua identità.  Questa parte del libro è stata molto interessante perchè io non posso minimamente immaginare come ci si senta a dover pensare a una vita alternativa, che non hai mai avuto la possibilità di vivere. Anche se un po' tutti in contesti diversi abbiamo pensato, almeno una volta nella vita, cosa sarebbe successo se avessimo fatto scelte e azioni diverse. 

"Ecco cosa ci offre la letteratura: una lingua che ha il potere di dire le cose come stanno. Non è un luogo dove nascondersi. E' un luogo dove ritrovarsi" 

La morale di questo libro è la ricerca della felicità, che nonostante a volte non combaci con l'apparente normalità, è la cosa più importante da trovare e poi seguire, senza mai stancarci. 
Nonostante ciò che ha passato e che ha dovuto sopportare come la depressione, l'abbandono, il sentirsi persa e la mancanza di affetto e di amore, la scrittrice cerca di far trasparire da ogni parola ottimismo, che può sembrare scontato, ma non lo è, nella vita ci sarà sempre quel momento in cui riuscirai a riscattarti dopo tutto ciò che hai passato e finalmente sentirti fiera di te stessa. 

Lo stile di scrittura della Winterson,a mio parere, è molto semplice e arriva direttamente al punto, nei passi più forti e d'impatto quasi tagliente,ma mai noioso, anzi è molto fluido e non segue nessuno schema. Non avevo mai letto una biografia e dopo questa mi sono ricreduta! Dopo aver letto questo titolo mi piacerebbe soprattutto recuperare "Non ci sono solo le arance" della stessa autrice. 
Spero vivamente di avervi convinto a leggerlo,perchè è un libro che tratta davvero molte tematiche, tutte importanti ed attuali, che la Winterson descrive con estrema fluidità e semplicità,facendoti riflettere ad ogni frase. 
A presto,
Ilaria. 

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